Giorno tredicesimo del mese quarto nell'anno della città 5428
Tre giorni fa Nur, Xzar e Axen sono entrati a Nimdur dopo una settimana di viaggio nel deserto.
In realtà entrare a Nimdur non è mai difficile, visto il viavai di mercanti alle porte e la facilità con cui le guardie chiudono tutti e due gli occhi con una piccola mancia... la cosa difficile è sopravvivere. Nimdur è una città grande, caotica e decadente le cui uniche leggi sono quelle del commercio e l'ordine è imposto con la forza dalla guardia alle dipendenze delle Sacerdotesse della Dea Velata.
I tre avventurieri hanno trovato alloggio alla locanda dell'Infante d'Avorio, nel quartiere del grande mercato delle spezie, e attraverso alcuni contatti di Xzar hanno scoperto uno dei tanti accessi al sottosuolo della città: la cantina di una casa abbandonata in un vicolo cieco tra le viuzze dimenticate del Mercato Vecchio.
Col favore del buio e dell'aperto disinteresse dei residenti, giunto il tramonto i tre iniziano la loro discesa.
Al termine di una scalinata il gruppo accende la lanterna: si trovano all'incrocio tra due corridoi, il primo prosegue a destra e a sinistra, mentre il secondo prosegue per tre metri e sbocca in una vasta sala che riescono a vedere a malapena. Il luogo è umido e buio, le pareti sono in pietra e la pavimentazione è un lastricato sconnesso simile alla superficie di una strada.
Il gruppo decide di dirigersi a sinistra, proseguendo per circa sei metri fino a sbucare in una camera priva di uscite, dove trovano appoggiati alla parete a nord due corpi mummificati avvolti in sudari, tra i due si trova un vaso d'argilla col coperchio sigillato da cera. Le mummie sembrano antichissime e cominciano a mostrare sui bendaggi i segni dell'umidità del luogo.
Nur si incarica di aprire il vaso: non appena viene rimosso il sigillo di cera fuoriesce una nuvola di gas velenoso che la investe intossicandola. Appena ripresasi dalla crisi di tosse Nur cerca all'interno del vaso trovandovi una gemma di pietra di luna e un cristallo di ematite. Dopo la scoperta decidono d'accordo di cercare porte segrete nella stanza, trovandone una sul lato sud, un pannello di legno dipinto per sembrare di pietra.
Oltre il passaggio segreto i tre trovano un corridoio in muratura rozza che procede dritto verso sud.
Nel corridoio si distingue uno strano odore di salmastro e dopo pochi metri svoltano in un passaggio alla loro destra da cui proviene una fioca luminosità: tre uomini armati sono fermi e parlottano tra di loro esaminando una mappa alla luce di una lanterna. Accortisi della presenza del gruppo i tre assumono un atteggiamento aggressivo:
<<Che ci fate voi qui? Questo sotterraneo è roba nostra! Se volete proseguire oltre lasciateci tutto il vostro oro, altrimenti andatevene!>>
Il gruppo non si sentiva disposto a separarsi dai propri beni, né tantomeno a combattere, per cui con tanti saluti sono tornati sui propri passi.
Ritornati all'ingresso i tre imboccano il corridoio diretto ad est, ma dopo meno di dieci metri Nur, che apre la fila illuminata dalla lanterna retta da Xzar sente il terreno mancarle sotto i piedi. Ha attivato una trappola e ora si trova dolorante sul fondo di una fossa.
Mentre Axen aiuta Nur ad uscire dalla fossa dal fondo buio del corridoio arriva una salva di dardi, due dei quali si infilzano nella schiena di Nur. Spaventata Axen lascia la mano di Nur che ricade nella fossa, mentre arriva una nuova salva di dardi insieme alle stridule urla di creature nascoste nel buio. Ciascuno dei tre avventurieri viene colpito e sia Xzar che Axen decidono che aiutare la loro compagna non è poi così conveniente e si danno alla fuga precipitosa.
Nur, con uno sforzo disperato, riesce ad issarsi oltre la fossa e con le ultime energie si dirige correndo verso le scale che conducono alla superficie, inseguita falle urla di scherno delle creature alle sue spalle.